Wade
«Sì, mamma, lo so... Sì, lo farò... Uh huh... Tornerà a casa tra poco... Grazie. Anch'io ti voglio bene.»
Riattacco e controllo di nuovo il cellulare. Ignorando i messaggi non letti che sembrano riprodursi come conigliette – intendo quelle pelose, che saltano su quattro zampe, non quelle che gironzolano per il parcheggio del palaghiaccio – attivo la modalità “non disturbare”.
Questo coso non ha smesso di suonare e vibrare nelle ultime due ore, e quando Harlow sarà qui fra meno di due minuti, non voglio distrazioni.
Appoggiandomi al lavello, riempio un bicchiere d'acqua dal rubinetto e ne bevo un lungo sorso. Mi dico di rilassarmi. Di calmarmi. Andrà tutto bene.
Harlow non darà di matto, non farà le valigie e non se ne andrà.
Stiamo bene insieme. Benissimo. Siamo tutto ciò che conta l'uno per l'altra.
Ecco perché non voglio rovinare tutto.
Dall'ingresso dell'appartamento, sento la serratura girare e sorrido. Anche dopo aver bevuto con Nettie e un paio di ragazze della nuova banca in cui lavora, Harlow è sempre puntuale.
«Ti sei divertita?» chiedo, avanzando lungo il corridoio per salutarla.
Con gli occhi che le brillano, si toglie i tacchi. «Tantissimo! E penso che Nettie stia effettivamente prendendo in considerazione di passare alla Trust & Financial.»
Mi si avvicina e, alzandosi in punta di piedi, mi dà un bacio tanto dolce quanto sexy che termina con un piccolo verso simile alle fusa che mi induce a stringerla forte tra le braccia.
«Riavresti la tua carissima collega di lavoro.»
Si vedono ancora abbastanza regolarmente, ma so che per Harlow la parte più difficile nel lasciare la PHR è stata separarsi da Netti.
«Sì!» Dandomi una piccola pacca sul petto, si stacca da me e va dritta verso il divano, su cui si inginocchia mentre accende la TV. La vecchia partita degli Slayers che abbiamo visto ieri sera è ancora in pausa, ferma nel punto in cui sto per passare il disco ad Axel per un assist.
Mi ha fatto promettere che avremmo guardato il resto stasera, ma se ciò accadrà dipenderà da lei.
«Forza, Wade.» Picchietta il posto vuoto accanto a sé e mi rivolge quello sguardo adorabilmente intenso che ha prima di ogni sfida. «Sono pronta. Fatti sotto.»
Sorridendo, mi lascio cadere sul divano e distendo le braccia lungo lo schienale. «Biscotto.»
Fa un piccolo saltello. «Il disco.»
È così dannatamente carina. «Chewing gum.»
«I denti.»
«Spolverino.»
«Un giocatore che non sta molto tempo in pista e passa la maggior parte della partita in panchina a prendere polvere.»
«Hai studiato, brava ragazza?»
Quel luccichio che le illumina gli occhi è così sexy.
«Smettila di prendermi in giro e continua. Miro al cento per cento.»
«Da nastro a nastro.»
Ancora in ginocchio, mi si avvicina. La gonna le sale più in alto sulle splendide cosce. «Quando un passaggio atterra perfettamente sul bastone.»
«Lattuga.» Volevo tenere le mani a posto, ma in qualche modo mi ritrovo ad accarezzarle la parte posteriore delle cosce con il palmo, sollevando ancora di più la gonna.
«Concentrati» dice, un po' senza fiato, e giurerei che ha le ginocchia un po' più divaricate rispetto a un secondo fa. «Lattuga indica i capelli di un giocatore.»
«Cinque su cinque.» Accidenti, è bellissima. E se che non dovrei. So cosa succederà, dove condurrà. Ma non posso farne a meno. La guardo dritto negli occhi. «Punteggio pieno.»
E un attimo dopo è su di me. Le nostre bocche si fondono, le nostre lingue scivolano l'una contro l'altra. Si mette a cavalcioni su di me, e i nostri corpi si congiungono in quel modo strabiliante di cui non ne ho mai abbastanza. Mi infila le mani nei capelli, tenendomi stretto mentre la avvicino a me.
La passione tra di noi è infiammabile. Un fuoco che minaccia di divampare senza controllo.
Non mi basta mai.
Si dondola contro di me.
Merda!
Interrompo il bacio che vorrei durasse per sempre e la squadro, valutando l'entità del danno. Le labbra sono gonfie, socchiuse come quando è eccitata. La camicetta ha già qualche bottone slacciato di troppo. Ops. Quel reggiseno sexy da morire mi tenta con tutte le cose sconce che vorrei fare.
Ma in questo momento? La sollevo da me e mi sposto più in là. In questo momento devo fare una pausa. E benché faccia male come prendere un disco sulla guancia, comincio a chiudere quei bottoni uno per uno.
Harlow inarca un sopracciglio. «Wade?»
Gemo. «Non sai quanto ardentemente ti desidero.»
Abbassa gli occhi sul punto dove sono duro come l'acciaio. Si morde il labbro inferiore con quel tipo di broncio sexy che non mi sarei mai aspettato da lei quando ci siamo conosciuti. Mi eccita enormemente. «Ho un'idea di quanto» ribatte, iniziando a slacciarmi la camicia mentre finisco di abbottonare la sua.
«Brava ragazza» inizio.
Scuote la testa. «Non stasera.»
Sì, sa esattamente cosa sta facendo. E questo mi eccita ancora di più. Quasi come quando allunga la mano e fa scorrere la punta del dito sul quel turgido rigonfiamento nei miei pantaloni che sta diventando un problema sempre più grande col passare dei secondi.
Mi allontano, prendendole la mano. «Ho qualcosa per te.»
Tuttavia, non vuol saperne di mettere distanza tra di noi e mi sale di nuovo in grembo con quell'espressione sexy sul viso. «Un premio per aver passato a pieni voti il test sullo slang dell'hockey?»
Il modo in cui lo dice... Accidenti, so esattamente che tipo di premio vuole. Amo questa ragazza.
Le poso le mani sui fianchi, intenzionato a spostarla nuovamente sul divano, ma in qualche modo finisco per intrecciare le nostre dita e sorridere mentre la guardo in quegli splendidi occhi scuri.
«È grande e duro» dico, dandole un indizio, stuzzicandola perché non c'è niente di meglio del suo sorriso. «E dura per sempre.»
«Dio, il tuo ego» ride piano.
Le nostre mani unite si muovono in pigri cerchi nell'aria lungo i nostri fianchi.
«Esprime quanto ti amo.»
Alza un sopracciglio. «Parla anche, adesso?»
Mi sporgo in avanti per rubarle un bacio veloce. Poi, lasciandole andare le mani, deglutisco. Prendo un respiro profondo, faccio il miglior sorriso smagliante di cui sono capace e dico: «Infilami la mano in tasca e forse lo scoprirai.»
Harlow si blocca. Mi scruta negli occhi. «Mi hai preso davvero qualcosa?»
Stavolta la rimuovo da sopra di me. Mi alzo, ma giusto il tempo per infilarmi la mano nei jeans, poi mi metto in ginocchio e le mostro l'anello che Nettie mi ha aiutato a scegliere. È un taglio classico, conservativo nello stile... ma non nella dimensione.
Sì, in qualche modo il mio ego è ancora vivo e vegeto. Fiorente, in realtà. Ma è fottutamente possessivo e vuole che tutti gli uomini che guardano la sua ragazza sappiano che è già impegnata.
Il respiro le si ferma tra quelle perfette labbra socchiuse.
Ci siamo. È il grande show.
Se c'è qualcuno che ho bisogno di convincere a fare qualcosa, è questa donna. Devo convincerla a concedermi il resto della vita per farla sorridere in eterno.
«Harlow, ti am...»
E poi mi ritrovo disteso sul pavimento, con Harlow che mi tempesta di baci mentre sfoggia l'anello che si è infilata al dito e il cuore che mi batte come un martello pneumatico nel petto. «Questo è un sì?»
Voglio dire, sembra un sì, ma per una cosa del genere... vuoi esserne sicuro.
Altri baci, mescolati con le risate, e infine, infine... «Sì!»
La stringo forte tra le braccia, rotolando in modo tale che sia lei a stare sotto di me e io a inondarla con il mio amore, la mia gratitudine e il tipo di gioia da “per sempre felici e contenti”.
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